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PESCARA. GIOVEDI' SENZ'AUTO, CONFESERCENTI: “SI CHIUDANO ARTERIE VERSO CENTRI COMMERCIALI”
Pescara, 5 aprile – «Nei giovedì di chiusura al traffico i commercianti e gli artigiani di Pescara hanno visto crollare gli incassi anche dell’80 per cento, e non solo nelle vie centrali della
città. Altre due giornate così e si rischierà di dover ridurre il personale del 15 per cento, perché equivarrebbe a ridurre la settimana
lavorativa da sei a cinque giorni: è un ritmo che non si può assolutamente sostenere, tantomeno nella peggiore crisi economica da
trent’anni a questa parte». Lo affermano il presidente di Confesercenti Pescara Bruno Santori ed il direttore Gianni Taucci.
«Gli imprenditori sono pronti a fare il proprio dovere, ma non è questa la strada giusta da percorrere – dicono Santori e Taucci –
perché l’inquinamento atmosferico non si ferma certo ai confini della città. Il livello della discussione va insomma portato fuori dal
Comune di Pescara: chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo con la Regione, le Province di Pescara e Chieti e i Comuni di Pescara, Montesilvano, San Giovanni Teatino, Spoltore, Francavilla, Città Sant’Angelo. Bisogna individuare soluzioni condivise che non sacrifichino commercianti, artigiani e ristoratori pescaresi. L’ipotesi alla quale chiediamo di lavorare è che in una giornata di
sabato, quando la maggior parte delle attività lavorative sono a riposo, si chiudano le arterie di collegamento extracomunali verso i
centri commerciali e le zone industriali, coinvolgendo anche l’Anas, in modo da ridurre in maniera sostanziale la quantità di inquinamento. Una sperimentazione che dimostrerebbe non solo la reale volontà delle
amministrazioni locali di ridurre l’inquinamento – proseguono Santori e Taucci – ma anche che le istituzioni dell’area urbana di Pescara non vogliono distruggere il tessuto economico delle piccole e medie imprese commerciali, turistiche e artigianali delle città. Ognuno si
assuma le proprie responsabilità e non si chieda ai soli commercianti pescaresi di pagare da soli il prezzo dell'inquinamento».
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