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CHIETI. STOP A MEGALO’ 3, CONFESERCENTI: “OTTIMA NOTIZIA, MA RESTEREMO VIGILI”
Chieti, 5 giugno – Soddisfazione per lo stop a Megalò 3, ma attenzione altissima sull’evolversi della vicenda del centro commerciale più grande del centro Italia. Lo annuncia la Confesercenti provinciale di Chieti, in prima linea dall’inizio nell’opposizione all'insediamento.
«Lo stop alla realizzazione del cosiddetto Megalò 3 è un’ottima notizia per l’economia reale di Chieti e dell’area metropolitana. Finalmente si cominciano a valutare seriamente l’impatto ambientale e, aggiungiamo, socio-economico che le multinazionali del consumo provocano sui tessuti urbani delle nostre città e del nostro territorio tutto» afferma Lido Legnini, direttore provinciale di Confesercenti Chieti. «Resta il rammarico – prosegue Legnini – perché finora si è comunque permesso uno scempio con le autorizzazioni di troppi insediamenti, soprattutto nella martoriata area metropolitana. La politica cominci a pensare a come rendere fruibili le nostre città, altrimenti fra poco non rimarrà più nulla da difendere. L’Unione Europea con la prossima programmazione 2014-2020 punta moltissimo sul ruolo che gli agglomerati urbani avranno per lo sviluppo economico e della conoscenza: speriamo che in futuro ci si cominci a ripensare i reali impatti che i mega insediamenti producono».
«Siamo contenti della bocciatura da parte del Comitato VIA: rimaniamo negativamente sorpresi dall’autorizzazione che il Comune aveva dato a questo insediamento con l’autorizzazione dello Sportello Unico. Bisogna impegnarsi – aggiunge Danilo D’Urbano, presidente cittadino di Confesercenti – per il commercio cittadino e per gli imprenditori locali, e non continuare a sperare in queste oasi di felicità che poi si rivelano solo miraggi».
«La Regione – sottolinea il presidente provinciale Franco Menna – avrebbe dovuto svegliarsi prima, ma siamo ugualmente soddisfatti. Non c’erano le condizioni per pensare ad ulteriori metri cubi di cemento, sarebbe stata una mazzata anche per le stesse piccole imprese che già operano nei centri commerciali e che oggi come tutti gli altri soffrono la crisi».
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